UN ALBERO, UNA VITA

- DA/A: Dal 25 novembre 2023
- LUOGO: Parco Nilde Iotti, Settimo Torinese
- PARTNER: Forum Donne di Settimo Torinese, Centro Antiviolenza Uscire dal Silenzio, Progetto PONTE della Cooperativa Il Margine

In cosa consiste “Un albero, una vita”?
In occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne e a partire dalla proposta di Azam Bahrami e di un gruppo di attiviste/i e ricercatrici/tori per l’ambiente, di origine iraniana e italiana, abbiamo deciso di aderire al progetto UN ALBERO, UNA VITA in ricordo delle vittime della rivoluzione iraniana del 2022, la rivoluzione di Jhinā.
L’iniziativa nasce per sensibilizzare la collettività su ciò che sta accadendo in Iran da settembre dello scorso anno, sostenere il popolo iraniano e mostrare la propria vicinanza ai famigliari delle vittime della repressione di questa rivoluzione. Si vuole mettere in luce e onorare ogni singola persona uccisa durante le proteste, dando risalto alla sua vita.
Il progetto ha già coinvolte diverse città, scuole, casa delle donne e università in tutta Italia.
Sul nostro territorio verranno piantati 3 alberi nel Parco Nilde Iotti in prossimità dell’ingresso di via Amendola.
Perché l’albero?
L’albero come segno di vita, che mette radici e che appartiene alla terra, ma che allo stesso tempo cresce e si estende verso il cielo: un modo per commemorare le donne vittime della violenza del nostro mondo contemporaneo e testimoniare la volontà di non dimenticarle.
Gli alberi, nel loro sviluppo, rappresentano la speranza e la possibilità di un futuro migliore, un futuro in cui la violenza contro le donne sia eradicata in ogni sua forma.
I TRE ALBERI E UNA PANCHINA ROSSA
Sarà piantato un albero per Armita Geravand e in ricordo delle vittime della rivoluzione iraniana che al grido di “Donna, vita, libertà” hanno lottato per una libertà che non è né occidentale né orientale, ma che dovrebbe essere universale.
Armita Geravand (Kermanshah, 2 aprile 2006 – Teheran, 28 ottobre 2023) è stata una studentessa curda con cittadinanza iraniana.
Il 1 Ottobre 2023 Armita entrava in metropolitana nella zona sud di Tehran a capo scoperto, violando la legge che prevede l’obbligo dell’hijab negli spazi pubblici per tutte le donne. Per questa ragione è stata fermata dalla polizia morale, che l’avrebbe aggredita facendole battere la testa ed entrare in coma.
Dopo quasi un mese di terapia intensiva, il 28 Ottobre 2023 è deceduta. E così dopo più di un anno dalla morte di Mahsa Amini, la storia sembra ripetersi.
Un secondo albero lo dedicheremo a tutte le donne vittime di femminicidio in Italia.
In Italia ogni tre giorni (circa) viene uccisa una donna. Nel 2022 sono state 120 le donne uccise, numeri spaventosi e inaccettabili per una società civile che impongono a tutte/i di fare la propria parte per combattere, prevenire e denunciare qualunque forma di violenza.
I volontari del progetto Ponte della Cooperativa Il Margine hanno dipinto di rosso la panchina antistante gli alberi, come simbolo di lotta alla violenza sulle donne.
Il terzo albero sarà per tutte le donne vittime di conflitti armati, uccise sotto le bombe, trucidate o lasciate morire.
Mai avremmo immaginato di incontrare la guerra nel mondo che noi consideravamo sicuro e in pace, ma sta succedendo in Ucraina, a Gaza e in Israele, ma anche in Sudan, Nigeria, Myanmar (sono 59 i paese coinvolti ufficialmente in guerra nel 2023) e in tanti conflitti dimenticati o snobbati dalle cronache muoiono quelle/i che la guerra non la scelgono: le donne e i bambini.